Gli ospedali pediatrici di Tucuman e di Santiago del Estero hanno ricevuto le macchine richieste
Con la consegna ufficiale dei macchinari ai due ospedali del Nord Argentina, la regione più povera del Paese, il progetto si è concluso, poche settimane dopo l'approvazione da parte del Comitato di gestione, grazie all'attiva ed efficace collaborazione di un nostro collega che vive in Argentina.
Siamo tornati in Argentina, dopo alcuni anni. Questa volta è il Fondo "Prosolidar" che è intervenuto con un finanziamento ai due ospedali che già nel passato avevano ricevuto un concreto segno di solidarietà da parte delle lavoratrici e dei lavoratori bancari e delle loro aziende. " E' Natale anche per loro", avevamo intitolato la raccolta fondi da destinare all'infanzia nelle regioni più povere del mondo. L'Argentina stava vivendo uno dei momenti peggiori della sua storia. Il default delle sue emissioni obbligazionarie aveva lasciato moltissimi risparmiatori del mondo occidentale, in particolare italiani, con carta straccia nelle mani, ma aveva anche messo a terra un Paese e le sue classi più povere. Mancavano soldi per tutto, soprattutto per le esigenze primarie, cibo, casa, servizi essenziali. Bloccati i conti correnti, chiuse le banche, bloccato il circuito economico, ma soprattutto bloccati i fondi per gli ospedali pubblici. Un nostro collega, Delfo, che lavorava a Buenos Aires per BNL e che in quei giorni animava con la moglie ed altri colleghi una mensa di fortuna per i più poveri rilanciò la richiesta urgente di fondi, pervenuta dagli ospedali pediatrici delle regioni più povere dell'Argentina. Destinammo parte della raccolta all'acquisto di macchine essenziali per il funzionamento e l'igiene di questi ospedali. Sono passati alcuni anni. La situazione in Argentina è migliorata, ma le risorse finanziarie necessarie per acquistare apparecchiature indispensabili per salvare la vita di tanti bambini continuano a scarseggiare. si ricordano dei bancari italiani e si ricordano del nostro collega, che anche questa volta rilancia in Italia la richiesta. Il Fondo lo incarica di acquistare direttamente quanto viene richiesto e il nostro collega, oggi in pensione, si fa in quattro per ricercare le migliori offerte, richiedere il massimo degli sconti, occuparsi dell'acquisto del trasporto e della consegna. Vola a Tucuman e a Santiago, 1100 km da Buenos Aires per verificare che tutto sia andato a posto. La stampa locale dedica spazio all'evento e tanti nostri connazionali o figli o nipoti di italiani, che vivono in quel Paese, hanno così saputo che c'è un'Italia che non si dimentica di loro, pronta a tendere una mano. L'Italia del volontariato, dei milioni di persone che quotidianamente dedicano il loro tempo, il loro impegno per aiutare gli altri. Moltissime sono le nostre colleghe e i colleghi che partecipano a questa grande, indispensabile e generosa attività. Il nostro Paese sprofonderebbe nel caos senza di loro. Dalla protezione civile, all'assistenza domiciliare gratuita, dalla cura dei bambini di strada alle lezioni di italiano agli immigrati, un esercito di oltre 5 milioni di persone si mettono al servizio, disinteressatamente, degli altri. Questa è l'Italia che il Fondo stima e apprezza, che sostiene e cerca di aiutare per i suoi progetti, le sue iniziative qui in Italia e ovunque è possibile arrivare. Prima di arrivare a destinazione, una delle "nostre" macchine, un respiratore ventilato ad alta frequenza è stata deviata per alcuni giorni presso un ospedale che ne era sprovvisto, ove un bambino ne aveva un bisogno estremo e crediamo che abbia contribuito a salvargli la vita. Un bambino senza nome che grazie a tutte e tutti coloro che partecipano a questa iniziativa di solidarietà, grazie a Delfo che si è impegnato con tutto il cuore in questo progetto, ci piace immaginare oggi sia tornato a sorridere alla vita.