Piccola storia di un Grande Fondo
Se potessi dare.......... mille lire al mese
Piccola storia di un grande Fondo
Nasce così, parafrasando un vecchio ritornello di una canzone dei primi anni del secolo scorso, l'idea di trasformare le iniziative di solidarietà che nel tempo si sono succedute, le famose raccolte di fondi, in un progetto strutturato, in un'iniziativa stabile e duratura, formalmente definita in un accordo sindacale, divenuto parte integrante del contratto collettivo.
A partire dalla fine degli anni ’80 su iniziativa delle Organizzazioni Sindacali, periodicamente, furono lanciate campagne di raccolta fondi per iniziative di solidarietà.
La prima, durante la grande siccità che colpì la fascia sub-sahariana, la chiamammo “Acqua al Mali”, per fornire di pozzi le popolazioni più colpite.
Successivamente, in seguito alla prima guerra contro l’invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, raccogliemmo fondi destinati, tramite l’Unicef, all’acquisto di medicinali e di alimentari per i bambini iracheni.
A causa dell’embargo imposto all’Irak, l’Unicef non potè completare l’intervento e i fondi residui furono destinati ad incoraggiare il processo di pace in Palestina, avviato con gli accordi di Oslo per i quali fu riconosciuto il Nobel della pace ai principali protagonisti, intitolammo il progetto: “il dividendo della pace”. Esso consisteva in attività di formazione professionale, incentrata sulle nuove tecnologie e si realizzò con la collaborazione del BIT, l’Ufficio Internazionale del Lavoro, il braccio operativo dell’OIL, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Fu la prima volta che nella lunga storia dell’OIL (fondata nel 1919), si è realizzato un progetto interamente finanziato con il contributo esclusivo dei lavoratori. (all’epoca non c’era ancora il contributo delle aziende).
Le catastrofi naturali, che si sono susseguite nel corso del tempo in Italia, hanno visto sindacati e istituti di credito contribuire insieme per aiutare le popolazioni a ricostruire quanto terremoti, inondazioni, frane avevano distrutto. In Campania nei paesi di Sarno e Quindici, in Piemonte nella Valle del Tanaro, in Umbria e nelle Marche, a Camerino, Assisi, Serravalle di Chienti.
Abbiamo contribuito alla ricostruzione di case di riposo per anziani, al consolidamento strutturale di un Istituto per bambini non autosufficienti, alla ricostruzione di un centro sportivo, alla realizzazione di un parco giochi e alla fornitura di materiali per un centro polivalente sociale e culturale, alla ricostruzione di asili nido e scuole materne.
Ma la solidarietà non ha conosciuto confini.
Romania, Palestina, Argentina, Kossovo, Kenia, Croazia, Albania, Iraq, Afghanistan. In questi Paesi le iniziative hanno riguardato ospedali pediatrici, reparti di maternità, scuole e bus scolastici, centri di formazione professionale, istituti per orfani di guerra. In Albania il progetto di costruzione di un reparto dell’ospedale di Tirana, è stato realizzato sotto l’alto patrocinio del Presidente della Camera dei deputati.
Questa la esperienza fatta nel passato.
Distribuiti fondi per più di 10 Miliardi di lire:
Ogni volta che le organizzazioni sindacali hanno lanciato una iniziativa di raccolta fondi, l’adesione delle lavoratrici e dei lavoratori e delle aziende si è manifestata con grande generosità.
L’idea di trasformare queste iniziative, spesso legate ad emergenze, in un Fondo permanente, da alimentare con un modestissimo contributo annuo è venuta parlandone con Teresa Sarti, Presidente di Emergency, in occasione della consegna dei fondi assegnati per la costruzione di un reparto di maternità in Afghanistan. Si parlò delle iniziative fatte e di quelle che avremmo voluto ancora fare. Ma come? Il passo fu breve. La proposta fu inserita nella piattaforma di rinnovo del contratto collettivo e fu lanciata con un documento intitolato: “Se potessi dare mille lire al mese!”, suggerito da una dirigente sindacale.
Nel dicembre del 2004, lo Tsunami che sconvolse Indonesia, Sri Lanka, Thailandia, determinò l’accelerazione di tutte le procedure. Si stipulò un accordo, stralciando l’argomento dal resto del contratto collettivo e si costituì il Fondo del settore del credito per progetti di solidarietà.
In seguito ad un accurata verifica in campo internazionale, si è accertato che questa è la prima e per ora unica iniziativa che ha dato vita, con una norma del contratto nazionale di lavoro, ad un Fondo permanente per progetti di solidarietà. Di questo siamo particolarmente orgogliosi!
Il riconoscimento della conformità dello statuto alla normativa per ottenere la qualifica di Onlus da parte delle Autorità, che consentirà di poter godere di alcuni vantaggi fiscali e soprattutto di poter incrementare la raccolta fondi anche attraverso il versamento del 5 per mille nella denuncia dei redditi, ha avviato l’attività vera e propria del Fondo.
Il comitato di gestione, espressione dell’Abi e delle Organizzazioni Sindacali, ha iniziato ad operare alla fine del 2006. Si sono definite procedure, obiettivi, metodologie, esaminati ed approvati progetti, con una programmazione degli impegni finanziari per il prossimo triennio.
Ma qui inizia la storia del Fondo, che si racconterà giorno dopo giorno in questo sito web, notizie, immagini, documenti, testimonianze…fatti!
E’ un diritto di tutte e tutti sapere come vengono utilizzati i 6 euro annui, è un diritto di tutte le aziende conoscere la destinazione dei propri contributi:
è un impegno del Comitato di gestione, rispondere a queste esigenze con il massimo della trasparenza sulle scelte gestionali.
Ma su questi argomenti….parleranno i fatti.
L’obiettivo è quello di poter cambiare il ritornello della canzone da: “se potessi dare mille lire al mese”…… in “ho voluto dare mille lire al mese” …ed ho fatto bene! E se ancora non lo avessi fatto…fallo subito!!!!
Edgardo Maria Iozia
Presidente del Fondo