Shelter South Sudan - Costruzione di abitazioni per famiglie vulnerabili

Dati generali progetto

Anno: 2012
Paese: Sudan del Sud
Località: Varie zone nel paese
Associazione: UNHCR
Valore del progetto: € 330.000,00
A carico di Prosolidar: € 330.000,00
Percentuale finanziata: 100,00%


SITO WEB: http://www.unhcr.it/sostieni-i-rifugiati/aziende-e-fondazioni/fondazioni/fondazione-prosolidar 

Obiettivo

Favorire la reintegrazione rapida di coloro che hanno fatto ritorno in Sud Sudan, tramite la creazione di alloggi

Destinatari

Rifugiati, categorie particolarmente vulnerabili                                 

Descrizione Progetto

In vista del referendum e della successiva dichiarazione di indipendenza, in totale, sono più di 330.000 le persone arrivate in Sud Sudan dall’ottobre 2010, di cui più di 130.000 dal 1 gennaio 2011. L’intervento dell’UNHCR nel paese è focalizzato su tre pilastri essenziali e interconnessi:

  • Shelter, vale a dire la costruzione di alloggi par dare riparo a queste persone
  • Quick Impact Project, vale a dire progetti a impatto rapido di varia tipologia volti a migliorare le condizioni di vita e nel paese
  • la realizzazione di attività che consentano la generazione di reddito essenziale allo sviluppo economico locale.   

Il progetto Shelter, lanciato nel 2011, e conclusosi nel 2013, è ritenuto prioritario per dare  protezione alle persone che hanno fatto ritorno in Sud Sudan. Il diritto di accesso ad un alloggio è riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ed è stato successivamente incluso in vari strumenti internazionali inerenti la tutela dei diritti umani. A beneficiare dell’intervento saranno in modo particolare le categorie più vulnerabili, sia tra coloro che hanno fatto ritorno che tra le comunità locali di accoglienza. Complessivamente il programma UNHCR shelter Sud Sudan intende fornire alloggi transitori a 10.000 famiglie1, a beneficio diretto di circa 50.000 persone.  
Realizzazione di 467 abitazioni con superficie di 15 mtq per altrettante famiglie identificate tra le categorie più bisognose, assicurando così il minimo standard previsto a livello internazionale di 3,3 mtq a persona. Il totale di beneficiari diretti è pari a circa 1.868 persone.

Grazie al sostegno ottenuto, l’associazione ha potuto costruire 225 unità abitative nel Bahr el Ghazel settentrionale. L’intera comunità è stata sensibilizzata agli obiettivi del progetto, con l’intento di coinvolgerla e renderla partecipe nell’intero sviluppo del programma. La sensibilizzazione è avvenuta attraverso un processo di comunicazione bilaterale, che dava modo ai beneficiari di dare il proprio parere, assicurando così che le unità abitative fossero adatte e culturalmente accettabili dalle comunità. Per ogni categoria di beneficiari sono stati selezionati in modo trasparente e condiviso alcuni membri, incaricati di trasmettere il punto di vista del proprio gruppo. Successivamente, i beneficiari diretti hanno ricevuto una formazione specifica nella costruzione di unità abitative e hanno potuto così contribuire al lavoro. Nel caso in cui il diretto interessato non fosse stato in grado di costruire da solo la propria casa, l’associazione ha richiesto l’aiuto della comunità. Il tentativo di incoraggiare un approccio di autosostegno della comunità non ha però dato buoni risultati, le persone si aspettavano infatti una ricompensa per il proprio lavoro, anche quando erano state più volte sensibilizzate al concetto di autosostegno comunitario. Di conseguenza, l’UNHCR ha pagato una parte del lavoro in denaro (in media 40 USD per unità abitativa). In totale, il 70% delle unità abitative sono state costruite dai propri futuri abitanti, il 20% da terzi (su richiesta degli stessi beneficiari) e il rimanente 10% dai partner implementatori e altri membri della comunità, pagati dall’UNHCR e dai suoi partner.