Il progetto si prefigge la creazione di uno strumento, il cui intento è facilitare l'integrazione etnica, la sedimentazione della pace ed il rispetto reciproco da raggiungere tramite l’impegno comune in lavori manuali e nella formazione. Ogni estate durante lo svolgimento dei campi di lavoro e formazione, un guppo stimato di circa 2500 tra ragazzi e ragazze, si reca nei quartieri nord di Bujumbura (i più poveri della città e teatro dei più grandi massacri della guerra civile tra Hutu e Tutzi) e fabbrica i mattoni necessari per la costruzione di case per i più poveri e indigenti. Altre attività svolte prevedono la formazione in aula, dove formatori altamente qualificati (membri della CRI, avvocati, ministri, etc.) si alternano per formare i ragazzi su temi specifici e basilari per una cultura dell'integrazione: uguaglianza nei diritti, prevenzione sanitaria, rispetto dell’ambiente e degli altri. Le due diverse attività proposte mirano alla sedimentazione di una cultura di uguaglianza tra giovani diversi tra loro. Il messaggio di pace, uguaglianza, rispetto, solidarietà spiegato e dibattuto trova applicazione nella concretezza del lavoro quotidiano. Un rafforzamento a questa metodologia è la presenza dei “bianchi”, ovvero tutti quei giovani dei paesi del nord del mondo (specialmente italiani e svizzeri) che costantemente collaborano col CJK (Centre Jeunes Kamenge) dal loro paese d’origine durante tutto l'anno organizzando eventi di sensibilizzazione e di fund raising e che allo scoccare dell’estate si spostano per qualche settimana in Burundi e lavorano gratuitamente insieme ai giovani burundesi.