L'iniziativa nasce dall'urgenza e dalla crescente necessità di fornire interventi wash inclusivi (quali strumenti per l'accesso all'acqua, latrine e kit d'igiene) nel campo profughi di Gorom, situato nell'area ospitante della comunità nel Sud Sudan. In pochi mesi, la popolazione del campo è aumentata di 9.000 persone, esacerbando la già critica situazione.

La mancanza di infrastrutture idriche e igieniche nei campi profughi e in situazioni di emergenza come quella dell'area bersaglio, crea un ambiente estremamente precario con gravi impatti sulla salute, sicurezza e qualità della vita della popolazione, soprattutto delle fasce più vulnerabili.

La realizzazione di due pozzi e dieci latrine, la distribuzione di kit d'igiene e le attività di sensibilizzazione sono fondamentali per garantire l'accesso a fonti d'acqua sicure e servizi igienici adeguati. Ciò contribuirà a ridurre il rischio di malattie e a promuovere una migliore salute e igiene tra la popolazione target, allo stesso tempo riducendo i rischi di violenza fisica o sessuale durante l'uso dei servizi igienici.