FARE CENTRO, NUOVAMENTE – interventi socio educativi innovativi sul “Modello Casa”

Dati generali progetto

Anno: 2024
Paese: Italia
Località: Pisa
Associazione: Associazione Italiana Persone Down ONLUS Pisa
Valore del progetto: € 49.370,00
A carico di Prosolidar: € 14.250,00
Percentuale finanziata: 28,86%


Obiettivo:

Promuovere l’inclusione sociale dei giovani e degli adulti con sindrome di Down tramite la crescita personale. Migliorare le condizioni di vita delle persone con sindrome di Down, promuovendo un cambiamento culturale e pratico verso la loro inclusione e valorizzazione.

Beneficiari:

30 giovani adulti con sindrome di Down e ai loro genitori, con i quali tutti ancora vivono, residenti nel Comune di Pisa e nei comuni limitrofi, sia maschi che femmine, di diversa estrazione sociale, di età compresa tra i 20 e i 45 anni.

Descrizione progetto

“Fare Centro”, nasce nel 2017 per rispondere alle esigenze delle persone adulte con sindrome di Down (sD) ormai fuori dal sistema scolastico e con scarse possibilità di inserimento lavorativo, sia come alternativa all’isolamento in casa che per offrire occasioni di inserimento sociale in una rete di sostegno alternativa a quella familiare, con lo scopo prioritario di mantenere e potenziare le abilità di autonomia sociale e domestica acquisite in vista di una possibile separazione dalle famiglie di origine.

Il percorso viene arricchito con attività che portano le persone con sD al di fuori delle mura dell’Associazione impegnandoli in attività di volontariato presso altre realtà presenti sul territorio, ribaltando il modello di riferimento, soprattutto culturale, che vede le persone con disabilità come soggetti passivi, beneficiari di attività/servizi e non come soggetti attivi in grado di aiutare gli altri, in questo caso mediante il volontariato.

Dopo sei anni, il team di lavoro ha sentito l’esigenza di rivedere il progetto e di potenziarlo. Nasce così “Fare Centro, nuovamente” che si differenzia dal precedente poiché aumenta il numero di beneficiari, si apre anche ai giovani con sD con ottima autonomia, ma che di fatto rischiano di comprometterla nel periodo che va dall’uscita dal mondo scolastico all’ingresso (troppo spesso tardivo) nel mondo del lavoro, di aumentare le attività di volontariato sul territorio.