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Fatti :: 2010


2.809.912,21 € L'importo totale che è stato raccolto e destinato a progetti.

Nel 2010 saranno finanziati progetti per 1.428.897,02 €
La campagna straordinaria in favore dell'Abuzzo ha contribuito in misura determinante al risultato del 2009, consentendoci di finanziare progetti, alcuni già deliberati, per un importo di 770.311,02 €. Abbiamo peraltro deliberato progetti per il 2010 per 658.567 euro, con i contributi ordinari e con le riserve che il fondo ha pazientemente riservato per situazioni di emergenza.

Il 2009 per il nostro Paese sarà ricordato, purtroppo, per le conseguenze tragiche del terremoto de l'Aquila.  308 morti, oltre 2000 feriti, 45.000 sfollati. All'indomani del terremoto scrivevamo:

"Lo temevamo.

Purtroppo è successo. Puntualmente la catastrofe naturale ha colpito ancora il nostro Paese. Aggravata dall'incuria, dall' irresponsabilità delle Autorità competenti, dall'abusivismo, essa presenta il suo conto di vite perdute, di feriti gravissimi, di distruzione....Due Italie convivono e condividono lo stesso Paese, una pronta a donare la sua grande generosità, capace di rimboccarsi immediatamente le maniche, abituata a mettere sempre qualcosa da parte per chi ha bisogno, l'altra, l'Italia furba, pronta a violare regole e bene comune per il proprio interesse, che occupa le istituzioni e le piega e le utilizza per sè stessa e per i propri cari."

Negli stessi giorni, commentando la "strage degli innocenti", ospiti della casa dello studente,  Giannino Di Tommaso, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università dell'Aquila.  dichiarava" Ci addolora che siano stati così pesantemente danneggiati gli studenti dell'università e soprattutto non ci spieghiamo come un edificio relativamente giovane come la Casa dello studente possa essere stato così colpito - aggiunge - Il territorio dell'Aquila è altamente sismico, tra l'altro la casa è stata costruita su un costone. Ma questo non è il momento delle polemiche."

Il prof. Francesco Stoppa, docente di vulcanologia UdA,

ad una domanda posta da un giornalista rispondeva:

"Quindi non colpa della natura ma dell'uomo?
Già, bisogna che la collettività abruzzese capisca che il terremoto non è una punizione divina anche se le cause che lo hanno provocato si possono indagare e investigare. Ma i sismi non si possono prevedere, ma sicuramente prevenire. Questo bisogna fare.
Così oggi come si doveva fare vent'anni fa dopo il terremoto dell'Irpinia. Cosa che non è stata fatta. Perchè se una scossa di magnitudo 5.8, che non è catastrofica, ha prodotto tutti questi danni anche in edifici in cemento armato, quindi moderni, c'è qualcosa che non va...
"

A distanza di otto mesi, finalmente è stata consegnata la perizia sulla casa dello studente: e' stata accertata la mancanza di un pilastro e la qualità scadente, inadeguata e potenzialmete pericolosa del calcestruzzo.

Secondo la perizia firmata dai consulenti della procura aquilana, Francesco Benedettini e Antonello Salvatori, "il collasso dell'ala nord è prevalentemente dovuto a carenze specifiche e non al terremoto". Non al sisma quindi, ritenuto di "magnitudo moderata" ma per carenze nella struttura: per la mancanza di un pilastro portante, pilastri senza le staffe e, come i travi, intrisi di umidità, la scala di emergenza ha ceduto perché non era saldamente attaccata alla struttura, il calcestruzzo era "disomogeneo" e tutti i lavori per adeguare quello stabile, progettato nel 1965, da civile abitazione a residenza universitaria, così come tutti i successivi di manutenzione, come i tramezzi abbattuti, i serbatoi e i pannelli solari proprio sul terrazzo dell'ala nord, hanno indebolito ancor più la struttura già carente. Per i periti - così come si legge nel quotidiano aquilano Il centro che riporta stralci della relazione - "questo atteggiamento negligente ha fatto preferire costantemente lavori di cura estetica-funzionale dell'edificio, mentre non sono mai stati rivolti ad assicurare agli abitanti dell'immobile una costruzione solida e rispondente alle normative vigenti in tema di sicurezza strutturale". 

Otto giovani vite stroncate dalla speculazione, dalla avidità di imprenditori disonesti, dalla connivenza dei pubblici poteri preposti al controllo, dall'irresponsabilità. Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere  giustizia per tutte le vittime, che sono morte non a causa del terremoto, peraltro non così devastante, ma per responsabilità umana.

La grande tragedia del Vajont ci ha consegnato la testimonianza di questo male endemico del nostro Paese.  9 ottobre 1963 Vajont , 6 Aprile 2009 l'Aquila...., nel mezzo tantissime tragedie dell'incuria e della vergognosa irresponsabilità: quando fermeremo definitivamente gli orologi della nostra incapacità a divenire un Paese Civile???

Noi di Prosolidar continueremo senza stancarci nell'opera di aiuto e di sostegno alle popolazioni che subiscono queste tragedie, dovute a cause naturali ma ingigantite dal male nazionale della "furbizia". Ci batteremo per denunciare ovunque si trovino annidate le responsabilità.

Il Presidente di Prosolidar

Edgardo Maria Iozia