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Fatti :: 2010


Avviata la raccolta di fondi a favore della popolazione di Haiti. 3334 euro versati in 4 giorni.

Versamenti spontanei di colleghi, cittadini, cominciano ad affluire
Alessia e Marisa hanno aperto con il loro versamento la lista dei donatori . In 4 giorni si sono aggiunti altri 75 versamenti. Grazie per la sollecitudine, per aver compreso lanecessità di mandare subito aiuti di emergenza, soprattutto grazie perchè il vostro esempio sarà di stimolo per molte altre ed altri. Dobbiamo però registrare gravi ostacoli alla distribuzione degli aiuti.


Una catastrofe umanitaria. 13 Gennaio 2010. Il numero dei morti, dei feriti e di chi ha perso tutto quel poco che aveva, forse solo la ricchezza di un tetto fatiscente sopra la testa, causato dal terremoto del  sono paragonabili solo allo tsunami del 26 dicembre del 2004, che ha interessato però 9 Paesi (Indonesia, Sri Lanka, India, Thailandia, Birmania, Bangladesh, Maldive, Somalia e Kenya).

Il dramma si è abbattuto su una popolazione poverissima, in un Paese con un altissimo tasso di criminalità, aumentata smisuratamente per la fuga di migliaia di carcerati dalle prigioni distrutte dal sisma. Le immagini che abbiamo visto e che vediamo quotidianamente non rendono giustizia a quanto si ascolta raccontare dalla viva voce dei testimoni, degli operatori sanitari presenti.

Non è ancora ben chiaro che cosa stia capitando , inoltre, alla gestione degli aiuti.

Caos, disorganizzazione, nessun coordinamento. Caos innanzitutto all'aeroporto, sequestrato dalle forzearmate americane, che in questi giorni hanno causato enormi problemi alle ONG che si sono viste rifiutare il permesso di atterraggio, dopo aver ricevuto tutte le assicurazioni possibili.

Ma leggiamo che cosa ci scrive Medici senza frontiere:

HAITI, NEGATO ANCORA L’ATTERRAGGIO AGLI AEREI CARGO DI MEDICI SENZA FRONTIERE CON KIT MEDICI SALVAVITA

Feriti in disperato bisogno di cure mediche d’emergenza stanno morendo a causa dei ritardi nell’arrivo delle forniture mediche.

“È  come lavorare in guerra ed è finita la morfina per alleviare il dolore dei nostri pazienti”

Port-au-Prince, 20 gennaio 2010 -  A un aereo-cargo di Medici Senza Frontiere (MSF) con 12 tonnellate di equipaggiamenti medici, tra cui farmaci, kit chirurgici e due apparecchiature per la dialisi, è stato negato per ben tre volte il permesso di atterrare all’aeroporto di Port-au-Prince da domenica notte nonostante le ripetute garanzie. Il contenuto di questo cargo di 12 tonnellate costituiva la seconda tranche del precedente cargo di 40 tonnellate a cui era stato impedito di atterrare domenica mattina. Dal 14 gennaio, cinque voli umanitari di MSF sono stati dirottati dall’aeroporto di Port-au-Prince verso la Repubblica Dominicana. Questi aerei cargo trasportavano 85 tonnellate di materiale medico e beni di prima necessità.

“Cinque nostri pazienti sono morti nell’ospedale che abbiamo allestito a Martissant per la mancanza del materiale medico-chirurgo che era contenuto nel cargo a cui è stato impedito di atterrare”, dichiara Loris de Filippi, coordinatore di MSF per l’emergenza a Haiti. “Non ho mai visto nulla di simile. Ogni volta che esco dalla sala operatoria vedo decine di feriti chiedere disperatamente di essere operate. Oggi ci sono 12 persone che hanno bisogno di interventi chirurgici di amputazione salvavita nell’ospedale di Choscal (nella bidonville di Cité Soleil, Port-au-Prince). Abbiamo terminato alcune apparecchiature chirurgiche necessarie per le amputazioni e siamo stati costretti a comprare una sega al mercato per continuare le amputazioni. Ce la stiamo mettendo tutta per correre contro il tempo”.

Più di 500 persone che avevano urgente bisogno di interventi chirurgici sono state trasferite dal quartiere di Martissant all’ospedale di Choscal, dove i team di MSF hanno effettuato più di 230 interventi chirurgici da giovedì. I team di MSF sono operativi dalle prime ore dal terremoto e questi aerei cargo sono vitali per continuare a fornire cure salvavita alle centinaia di vittime del disastro. In cinque diverse località di Port-au-Prince, MSF ha già curato più di 3000 persone e effettuato oltre 400 interventi chirurgici.

“È come lavorare in guerra”, afferma Rosa Crestani, coordinatrice medica di MSF all’ospedale di Choscal. “Non abbiamo più morfina per alleviare il dolore dei pazienti. Non possiamo accettare che ai nostri aerei che trasportano kit medici d’emergenza, kit chirurgici necessari a salvare vite umane, continui a essere negato il permesso di atterrare e vengano dirottati altrove mentre i nostri pazienti stanno morendo. In questo momento la priorità deve essere data alle forniture mediche che stanno giungendo nel paese”.

Molti dei pazienti che sono stati estratti dalle macerie sono ad alto rischio di morte per setticemia e per le conseguenze della sindrome da schiacciamento, una condizione in cui i muscoli danneggiati o schiacciati dalle macerie rilasciano tossine nel sangue che vanno a danneggiare i reni e possono causare la morte per insufficienza renale. Le apparecchiature per la dialisi sono fondamentali per tenere in vita i pazienti in queste condizioni.

Altri due aerei con 26 operatori umanitari di MSF sono stati dirottati verso la Repubblica Dominicana. A oggi MSF è riuscita a far atterrare a Port-au-Prince cinque aerei cargo con 135 tonnellate di forniture mediche. Altri aerei con 195 tonnellate di materiale sanitario devono assolutamente atterrare nei prossimi giorni per permettere a MSF di continuare e incrementare le proprie attività di soccorso medico ad Haiti.

Più di 700 operatori di MSF stanno lavorando per fornire assistenza medica d’emergenza ai sopravvissuti del terremoto a Port-au-Prince e nelle zone limitrofe. I team di MSF stanno lavorando nell’ospedale di Choscal (a Cité Soleil), nel centro medico di Martissant, nei pressi dell’ospedale Trinité, nell’ospedale Carrefour, nell’ospedale a Jacmel e stanno allestendo un ospedale gonfiabile con 100 posti-letto nel quartiere di Delmas. Altre équipe di MSF stanno conducendo missioni esplorative in alte località fuori da Port-au-Prince.