A 20 giorni dalla decisione del consiglio
Le macchine per il forno di Betlemme stanno...scaldando i motori per il grande viaggio: dall'Italia ... con amore. Sapere che la povertà , la mancanza di tutto possono trovare un porto sicuro, per quello che per molti di noi rimane un simbolo potente, per trovare almeno il pane che servirà ad aiutare a risolvere la giornata a centinaia di famiglie, per un momento ci fa sentire con loro. Grazie ai preti fornai, ai nostri missionari che in Terra Santa si "rimboccano" le maniche e offrono tutto quello che possono a che ne ha bisogno, tutto questo è stato possibile..
Intifada del 2000. Sharon con la passeggiata nella spianata delle moschee apre la stagione della nuova violenza. E' su quella altura che Abramo, offrì in sacrificio Isacco, ove Davide e Salomone edificarono il Tempio, ove Gesù scacciò impietosamente i mercanti e da dove Maometto prese il volo verso il cielo su un cavallo alato. Un luogo ove si incrociano le tre grandi religioni monoteiste e oltre tremila anni di storia. A Betlemme, nella Basilica si rifugiano un gruppo di combattenti. Sono assediati, si spara giorno e notte. C'è il coprifuoco, ma anche la paura di uscire. Il forno dei salesiani è l'unico a funzionare. Il maestro fornaio vi rimane a fare il pane per cinquantasei giorni, utilizzando tutte le scorte di farina. Il pane passava di tetto in tetto, di casa in casa, di finestra in finestra, per molti l'unica cosa da mangiare. Ritorna la calma, resta la fame. Si affollano davanti al forno per esprimere la loro riconoscenza centinaia di persone, sperando anche di poter continuare a contare su questo aiuto. Ci sono momenti di smarrimento, ma basta uno sguardo e si riaprono i forni. Dal 2000 oltre 200 famiglie ricevono gratuitamente il pane. Vengono censite quelle più povere, con garbo si fa capire a chi non ha veramente bisogno che non potrà più contare sul pane dei poveri, si consegnano delle tessere (gli anziani hanno sentito parlare delle tessere annonarie che abbiamo avuto in Italia durante la guerra e nel primo dopoguerra). Il forno che lavora a pieno ritmo ha bisogno di alcune macchine nuove e perché no anche di un po' di farina. Abuna Nicola, che in arabo vuol dire Padre, il prete fornaio lancia un messaggio .. in bottiglia.. (una bottiglia che non arriverà mai a destinazione), che si arena sulle spiagge del litorale laziale, un favoloso posto tra pini centenari, luogo di ritrovo di anziani compagni di studi ed arriva per l'aere fino al nostro Fondo. il 27 giugno Il consiglio approva la decisione di sostenere il progetto "il pane di Betlemme", il 29 giugno si firma la convenzione e le macchine, scontatissime dalle ditte Bertuetti e Nacol che vogliamo ringraziare per la loro sensibilità vengono ordinate, pagate e predisposte per il lungo viaggio il 18 luglio. (Chissà cosa avremmo potuto fare se la bottiglia fosse arrivata a destinazione???) Shoukran Abuna Nicola